La Galleria Borbonica di Napoli rappresenta uno dei tesori sotterranei più sorprendenti della città, un luogo dove la storia, l’ingegneria e le leggende si intrecciano in modo unico ed intrigante. Questo straordinario e gigantesco ipogeo, situato proprio nel cuore della città partenopea, offre un viaggio nel tempo che lascia senza fiato i visitatori, immergendoli nelle viscere della Napoli più autentica e nei suoi segreti più profondi.
La Galleria Borbonica di Napoli
La Galleria Borbonica non è soltanto un passaggio sotterraneo scavato nel cuore di Napoli, ma è una porta attraverso il tempo, che racconta storie di visioni ambiziose, di mani che hanno scolpito la pietra e di una città che vive anche sotto la sua superficie. Per comprenderne l’essenza, è necessario partire dall’inizio: dalla Napoli del sottosuolo, dal tufo giallo che ha plasmato la città e dalla vita di coloro che, nei secoli, hanno dato forma a un mondo parallelo nascosto agli occhi di molti.
Valuta bene i percorsi e gli accessi
Se ti trovi a Napoli regalati quindi un’ora di pura adrenalina e prenota un tour guidato della Galleria Borbonica. Di seguito trovi i percorsi tra cui scegliere in fase di prenotazione.
- Percorso Standard: Questo è l’itinerario più classico e accessibile, ideale per chi desidera una panoramica completa della Galleria. Durante la visita, si esplorano le antiche cisterne dell’acquedotto, i rifugi antiaerei e i depositi di veicoli.
- Percorso Avventura: Perfetto per chi cerca un’esperienza più dinamica e interattiva. Questo percorso prevede l’utilizzo di caschetti e torce, permettendo ai visitatori di esplorare cunicoli stretti e aree meno accessibili della Galleria.
- Percorso Speleo: Pensato per i più avventurosi, questo itinerario si spinge in aree ancora più nascoste e richiede un equipaggiamento speleologico. Un’esperienza unica che consente di navigare su una zattera attraverso le antiche cisterne d’acqua. Questo itinerario è particolarmente suggestivo e offre una prospettiva affascinante delle tecniche ingegneristiche dell’epoca. Ideale per chi desidera scoprire ogni angolo della Galleria.
- Percorso della Memoria: Questo itinerario porta alla scoperta delle cave di tufo del sottosuolo, adibite prima ad acquedotto e poi usate come rifugi anti aerei durante il secondo conflitto mondiale. Lungo il percorso risplende una magnifica cisterna dall’acqua cristallina e dalle tonalità turchesi.
Gli ingressi della Galleria Borbonica di Napoli sono ben tre. A seconda del tour prenotato ti verrà segnalato l’ingresso appropriato. Se opti per il Percorso standard dovrai presentarti presso Vico del Grottone, al numero 4. Scegliendo il Percorso Avventura o il Percorso Speleo invece, la tua entrata sarà su Via D. Morelli, 61. L’ingresso pedonale è situato proprio nel Parcheggio Morelli, un’avveniristico parcheggio sotterraneo. Optando, come me, per il Percorso della Memoria, avrai accesso alla Galleria Borbonica da Via Monte di Dio, al numero 14, presso Palazzo Serra di Cassano.
Il Percorso della Memoria
Ammira gli scaloni monumentali di palazzo Serra di Cassano
La porta che ti condurrà in questo particolare viaggio nel sottosuolo partenopeo, grazie al Percorso della Memoria, è raggiungibile dalla nuova fermata metro di Chiaia in meno di due minuti a piedi. Oltrepassando il pesante portone in ferro di via Monte di Dio potrai ammirare l’antichissimo Palazzo Serra di Cassano, un’edificio dal grande valore storico e architettonico che domina da centinaia di anni la collina di Pizzofalcone. Di particolare rilievo è il suo scalone monumentale, opera dell’architetto Ferdinando Sanfelice, creatore della scalinata d’accesso di un’altro famoso edificio storico napoletano: il Palazzo dello Spagnolo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il palazzo purtroppo viene pesantemente bombardato, ma il duca Serra di Cassano si fa carico del suo restauro non appena possibile. Nel 1983 poi, lo Stato riesce ad acquisire una parte del palazzo destinandolo all’Istituto Italiano per gli studi filosofici. Al momento l’edificio è visitabile tramite prenotazione. Cosa c’entra però la storia del Palazzo Serra di Cassano con l’esperienza presso la Galleria Borbonica? Lo scopriamo subito.
L’ingresso della Galleria Borbonica destinato al Percorso della Memoria è posto proprio nella piazza ottagonale del Palazzo Serra di Cassano, in uno spazio che un tempo era destinato alla falegnameria dell’edificio. In questi spaziosi ambienti trovi la hall, dove è stato allestito un piccolo museo che raccoglie oggetti ritrovati nel sottosuolo durante la riqualificazione della Galleria Borbonica. Puoi ammirare vecchie padelle, scarpine di bambini, unguenti e piccoli strumenti medicali, ma soprattutto qui trovi una sirena antiaerea originale, ancora funzionante. Sarà proprio il suono della sirena, azionata dalla nostra guida Sabrina, che darà inizio al Percorso della Memoria della Galleria Borbonica di Napoli.
La cisterna del ‘600: il cuore idrico della città antica
La prima tappa dell’itinerario conduce ad una strepitosa cisterna seicentesca, posta in un ambiente imponente e suggestivo. Scavata nel tufo, questa cisterna faceva parte del complesso sistema idrico che alimentava Napoli fino al XIX secolo. Qui, con il riverbero turchese dell’acqua che illumina le pareti circostanti, Sabrina ci ha spiegato il funzionamento del sistema di distribuzione dell’acquedotto nei secoli e il ruolo dei pozzari.
Il ruolo del pozzaro nelle cisterne di tufo
Al centro di questa complessa rete di cunicoli e cisterne sotterranee risalenti al 1600 vi è infatti il pozzaro, una figura chiave della tradizione napoletana, il cui ruolo era cruciale per la gestione e la manutenzione del sistema idrico cittadino. La figura del pozzaro si intreccia con il folklore e le leggende della città, tra cui quella de ‘o Munaciello, il misterioso spirito che abita il sottosuolo partenopeo.
Il pozzaro era un lavoratore incaricato di scavare, mantenere e riparare i pozzi e le cisterne del sottosuolo napoletano. Questi uomini, dotati di straordinaria abilità e coraggio, si calavano nei pozzi attraverso corde e scale rudimentali, affrontando il buio e l’umidità per garantire il funzionamento di un sistema idrico vitale per la città. La Napoli antica dipendeva esclusivamente dalle cisterne sotterranee, alimentate dagli acquedotti come quello della Bolla, e i pozzari erano gli unici in grado di assicurare che l’acqua arrivasse alle abitazioni e alle attività della superficie.
La loro giornata lavorativa era fisicamente estenuante e pericolosa. Nei cunicoli bui, spesso privi di ossigeno sufficiente, il rischio di crolli o di restare intrappolati era sempre presente. Nonostante ciò, i pozzari godevano di una reputazione di grande rispetto nella società napoletana. La loro conoscenza del sottosuolo era ineguagliabile e si diceva che potessero muoversi come fantasmi attraverso i cunicoli, entrando e uscendo dalle case senza essere visti.
La leggenda d ‘o Munaciello
Ma qual è il legame tra il pozzaro e ‘o Munaciello? Alcuni studiosi di folklore ritengono che la leggenda possa essere nata proprio dall’attività dei pozzari. Questi uomini, che si muovevano silenziosamente attraverso i cunicoli comparendo e scomparendo nelle abitazioni per eseguire riparazioni, potevano essere facilmente scambiati per figure sovrannaturali. Vestiti con abiti semplici, mal pagati e avvolti sempre nell’oscurità della notte, questi piccoli uomini incappucciati riuscivano ad introdursi nelle case dei cittadini tramite i pozzi privati, e quindi ad agire indisturbati nel commettere piccoli furti. Portavano via cibo, ma anche gioielli e denari. Avendo però le tasche sempre piene di refurtiva spesso perdevano qualcosa durante la fuga. Ecco perchè, nel folklore locale, si dice che o Munaciell può essere buono o cattivo. E’ dispettoso quando ruba o fa i dispetti, ma diventa un benefattore quando lascia regali “inaspettati”.
Oggi, con la riscoperta della Napoli sotterranea come attrazione turistica, il ruolo del pozzaro sta vivendo una sorta di rinascita simbolica. Le visite guidate nei cunicoli raccontano le storie di questi uomini e del loro lavoro, mantenendo viva una parte importante della memoria storica della città.
Le tracce della guerra: testimonianze di vita e resistenza
Proseguendo nel percorso si attraversano i cunicoli scavati nella roccia tufacea. Questi passaggi, illuminati da luci soffuse, creano un’atmosfera unica, quasi mistica, avvolta nel completo silenzio. La guida descrive quindi l’uso strategico della Galleria durante la Seconda Guerra Mondiale, quando fu trasformata in rifugio antiaereo per migliaia di napoletani.
Da cisterne a rifugi anti aerei
E’ infatti durante la Seconda Guerra Mondiale che la Galleria Borbonica di Napoli assume un ruolo cruciale in città, divenendo un grande rifugio antiaereo. Circa diecimila napoletani hanno trovato riparo nelle sue gallerie durante i bombardamenti, portando con sé i loro beni più preziosi e i loro ricordi. Questo periodo ha lasciato tracce indelebili nelle mura della Galleria, come graffiti, oggetti personali e testimonianze dirette di un passato drammatico. Oggetti che sono tuttora esposti nella due sale dedicate, all’ingresso e all’uscita della Galleria Borbonica.
La vita nei rifugi era sicuramente un misto di disperazione e resilienza, e le mura tufacee dei cunicoli sotterranei sembrano trasudare ancora terrore e speranza. Le pareti raccontano ancora oggi le storie di chi vi trovò rifugio, della quotidianità di una popolazione che lottava per sopravvivere. Durante questo periodo la Galleria non era solo un rifugio fisico ma anche un luogo di comunità, dove la condivisione e la solidarietà diventavano strumenti di resistenza. All’interno delle gallerie è possibile toccare con mano il disagio, la paura e le difficoltà che la popolazione ha dovuto affrontare nel lungo periodo della guerra.
Per poter trasformare le cisterne sotterranee in un ricovero antiaereo è stato cruciale il ruolo dell’UNPA, l’Unione Nazionale Protezione Antiaerea, che ha ampliato i cunicoli per permettere il passaggio delle persone, ha dotato le gallerie di servizi igienici e di corrente elettrica, e ha allestito nel sottosuolo una vera e propria infermeria, anche se limitata nei mezzi. Capitava infatti molto spesso che le persone si ferivano durante la discesa, prese dal panico e con la smania di raggiungere al più presto le zone di ricovero. Frequenti erano poi le malattie contratte a causa della poca igiene, come il colera, che trovava terreno fertile in luoghi umidi e stagnanti. I militari si ingegnavano come possibile per curare e supportare gli sfollati, cercando di dare loro una parvenza di vita dignitosa.
La sala dei veicoli abbandonati: un’immersione nel tempo
Un’altra tappa significativa è la sala dei veicoli abbandonati, dove sono conservati resti di automobili e motociclette risalenti agli anni ‘40, quando la Galleria Borbonica divenne un deposito giudiziario. Questi veicoli, recuperati durante i lavori di recupero della Galleria, sono testimoni di un’epoca passata e aggiungono un ulteriore livello di profondità alla visita.
L’itinerario della Memoria si conclude con un momento di riflessione sulla resilienza e la forza dei napoletani. La Galleria Borbonica non è solo un capolavoro di ingegneria, ma anche un luogo di connessione emotiva con il passato. Uscendo alla luce del sole porti con te non solo la conoscenza di un pezzo unico della storia di Napoli, ma anche un senso di ammirazione per chi ha vissuto e lavorato in questi spazi bui ma al tempo stesso straordinari.
La Galleria Borbonica di Napoli. Storia del progetto originario
La storia della Galleria Borbonica inizia però nel 1853, quando Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, commissionò la costruzione di un passaggio sotterraneo che doveva collegare il Palazzo Reale a via Morelli, nei pressi del mare. L’obiettivo era duplice: creare una via di fuga sicura in caso di sommosse popolari e garantire un rapido accesso alle caserme per le truppe. Il progetto venne affidato all’ingegnere Errico Alvino, che affrontò una sfida davvero imponente. Doveva riuscire a scavare nel cuore della città, tra le antiche cisterne e i cunicoli già esistenti, senza compromettere la stabilità delle strutture sovrastanti.
I lavori iniziarono con grande entusiasmo, ma le difficoltà non tardarono a manifestarsi. L’intreccio di cunicoli già presenti nel sottosuolo rappresentava una complessità tecnica notevole. Inoltre la roccia tufacea, pur essendo facile da scavare, richiedeva rinforzi costanti per evitare crolli. Gli operai lavoravano in condizioni estremamente difficili, spesso alla luce fioca di torce e con attrezzi rudimentali. Nonostante le avversità però, gran parte del progetto venne completata, anche se non nella sua interezza.
La rinascita di un tesoro prezioso
Dopo la Seconda Guerra Mondiale invece la Galleria Borbonica cade in uno stato di completo abbandono. Per decenni i suoi cunicoli sono stati dimenticati, sepolti sotto il peso del tempo e dell’indifferenza. Alcune parti vengono addirittura utilizzate come depositi abusivi, mentre altre sono invase completamente dai detriti. Sembrava che la Galleria fosse destinata a scomparire dalla memoria collettiva, un monumento sommerso e ignorato. La svolta però arriva nei primi anni del 2000, quando Gianluca Minin, il geologo napoletano incaricato di monitorare lo stato delle gallerie, ritrova le tracce dell’antica Galleria Borbonica. Avvalendosi dei suoi collaboratori e di un gruppo di volontari, e grazie ad un paziente lavoro di scavo e di recupero protrattosi per diversi anni, è riuscito a far tornare alla luce un percorso straordinario che si snoda per centinaia e centinaia di metri al di sotto del centro storico di Napoli: una città parallela scavata a 35 metri nel sottouolo.
Nella Galleria Borbonica, assieme ai detriti, è stato ritrovato persino il monumento funebre di Aurelio Padovani, fondatore del partito fascista napoletano. La statua è stata fatta a pezzi alla fine della guerra e gettata dai cittadini in fondo al tunnel, come segno di liberazione e di disprezzo. I volontari sono riusciti a rimettere insieme alcuni dei pezzi più importanti del monumento, che ora è ben visibile alla fine del Percorso della Memoria.
La Galleria Borbonica di Napoli
Informazioni pratiche per la visita
Per visitare la Galleria Borbonica è necessaria la prenotazione obbligatoria. Il costo del biglietto è di 10,00 €, ma i bambini al di sotto dei 10 anni possono entrare gratis. Per i ragazzi dagli 11 ai 13 anni il costo del biglietto è ridotto a 5,00 €.
Il percorso NON è accessibile a tutti, vista la presenza di scale, spesso anche ripide. Ti consiglio inoltre di optare per un abbigliamento comodo e di scarpe da trekking. Porta sempre con te un giacchino o una felpa, anche in estate. Gli ambienti in alcuni punti sono freddi e umidi.
Il Percorso della Memoria dura un’ora e mezza, ed è adatto anche alle persone che soffrono di claustrofobia. Il percorso è ben arieggiato e gli ambienti sono spaziosi. All’interno della Galleria Borbonica è vietato fumare. Se vuoi scattare foto, porta con te il cavalletto. Gli ambienti sono abbastanza scuri, per cui per un risultato ottimale è meglio tenere la fotocamera immobile. Le guide inoltre sono esperte e appassionate, capaci di arricchire l’esperienza con aneddoti e dettagli che non troveresti altrove.
Perchè visitare la Galleria Borbonica di Napoli
Visitare la Galleria Borbonica non è solo un’esperienza storica, ma anche emotiva. Ogni angolo del percorso racconta una storia. Puoi immaginare, scendendo nei meandri del sottosuolo, le mani dei pozzari che hanno scavato il tufo con fatica e dedizione, i rifugiati che hanno trovato conforto tra quelle mura durante i momenti più bui della nazione e i moderni esploratori che hanno ridato vita a questo capolavoro sotterraneo. La luce fioca che illumina i cunicoli, il suono delle gocce d’acqua che cadono dalle pareti e l’eco dei passi creano un’atmosfera unica, quasi mistica. Ogni visitatore è spinto a riflettere sul rapporto tra la città e il suo sottosuolo, tra l’uomo e la materia, tra la memoria e l’oblio.
La storia della Galleria Borbonica è, in fondo, la storia di Napoli stessa. Una città che vive di contrasti, di stratificazioni, di un passato che si intreccia con il presente. Il sottosuolo napoletano è una metafora potente: ci ricorda che, sotto la superficie visibile, esiste un mondo nascosto, fatto di storie, sacrifici e bellezza.
Il lavoro di recupero e valorizzazione portato avanti negli ultimi anni dai volontari è stato fondamentale per restituire questo luogo straordinario alla città. Oggi la Galleria è gestita da un team di esperti e appassionati che si dedicano con impegno alla sua conservazione e alla promozione della sua storia. Partecipare a una visita guidata significa anche contribuire a sostenere questi sforzi, permettendo alla Galleria di continuare a essere un luogo di memoria e scoperta per le generazioni future.
Francesca
Non ero a conoscenza delle differenze tra la Galleria Borbonica e Napoli sotterranea. Ho preso parte a un tour di Napoli sotterranea ma ho memoria di aver visitato alcune cose che hai descritto. Il sottosuolo di Napoli è ricco di storia e suggestioni, ricordo uno strettissimo cunicolo profondo e buio in cui si passava con difficoltà uno alla volta e non potevamo tornare indietro ma seguire solo il compagno davanti a noi…breve e intensissimo. La parte legata alla guerra è commovente. Articolo molto dettagliato e utile!
Annalisa Spinosa
Forse hai fatto il percorso speleo della Galleria Borbonica, ma anche la Napoli sotterranea è ricca di cunicoli. L’importante è aver visto il sottosuolo della città.
Claudia
L’ultima volta che siamo stati a Napoli mi sarebbe piaciuto visitarlo ma non c’erano biglietti disponibili, prossima volta! Sono d’accordo sempre a sostenere questi progetti e ce ne sono diversi a Napoli che creano lavoro e valorizzano il territorio
Annalisa Spinosa
Nemmeno io ho trovato disponibilità on line ma ho contattato direttatmente l’associazione, che gentilmente mi ha inserito nel percorso di visita per il giorno in cui mi trovavo a Napoli
Bru
Se c’é una cosa che voglio assolutamente vedere quando tornerò a Napoli è andare a vedere la Napoli sotterranea e adesso ci metto anche la galleria Borbonica che non consocevo e dal tuo articolo ho trovato imperdibile
Annalisa Spinosa
Davvero un osto che merita una visita dettagliata, ci sono dei percorsi meravigliosi tra cui scegliere!
Annalisa Spinosa
Sono dei luoghi straordinari, difficile descrivere quello che Si prova nei sotterranei di Napoli
La Kry
Anni fa vidi un programma televisivo dove veniva mostrato il deposito dei veicoli nella galleria borbonica e per qualche strano motivo (strano perchè a me le auto in genere interessano poco) mi affascinò tantissimo.
E’ da allora che vorrei vedere questo posto ma non sono ancora riuscita a trovare il tempo di farlo e Napoli è così piena di cose da fare che diventa difficile decidere cosa vedere e cosa rimandare.
Il tuo articolo mi ha però fatto tornare alla mente l’appeal di questo posto e visto che quest’anno mi piacerebbe tornare a Napoli cercherò di visitare la Galleria Borbonica!
Annalisa Spinosa
Se decidi di tornare, chiamami!!! Ci andiamo insieme
Marina
Avevo visto in rete le foto delle vecchie automobili conservate nel sottosuolo, ma non sapevo nulla della galleria borbonica e di quella incredibile cisterna. Questi percorsi sono davvero preziosi per conoscere Napoli da un diverso punto di vista .Non sono mai stata in città, ma quando la visiterò sicuramente prenoterò uno dei tour.
marina
Ma che meraviglia! Non conoscevo minimamente questo luogo! Da segnare e visitare assolutamente. A breve andrò a Napoli, ci andrò per lavoro, ma magari avrò tempo per vedere qualcosa di interessante come questo luogo.
Annalisa Spinosa
Te lo auguro..racconta la storia autentica di Napoli
Valentina
Purtroppo non sono riuscita a visitare la Galleria Borbonica mentre abbiamo visto Napoli Sotterranea che ci è piaciuta molto, soprattutto alla figlia avventurosa! La prossima volta che passo da Napoli la prenoto di sicuro, mi hai fatto venire una gran curiosità!!
Annalisa Spinosa
La Galleria Borbonia prevede anche un percorso speleo sulle zattere, credo che a tua figlia piacerà senza dubbio!
Eliana
Molto intrigante come meta e anche poco conosciuta forse: Napoli sotterranea è davvero un gioiello senza pari che merita di essere visitata! Non conoscevo la Galleria Borbonica ma grazie al tuo articolo ora comprendo meglio anche la figura del Monaciello che mi ha sempre intrigata!
Paola
Le città del piano di sotto hanno un fascino incredibile su di me, per cui quando ho visto la foto in copertina mi sono tuffata dentro l’articolo per leggere di storie e leggende celate. Mi ha colpita in particolare il cimitero della auto, davvero incredibile che siano là sotto