Sotto le strade di Formia, celato per secoli agli occhi del mondo, si nasconde un capolavoro dell’ingegneria romana: il Cisternone. Un luogo che racconta storie di civiltà perdute, di architetti visionari e di una società che considerava l’acqua un bene sacro e strategico. Questo colosso sotterraneo, che torna a rivelarsi in tutta la sua imponenza durante le Giornate di Primavera del FAI, non è solo una straordinaria opera idraulica, ma un viaggio nel tempo, un’esperienza capace di incantare chiunque varchi la sua soglia.
Avventurarsi nelle sue profondità significa scoprire un mondo dimenticato, fatto di arcate monumentali, suoni ovattati e atmosfere quasi mistiche. Ogni passo tra i suoi pilastri sembra riecheggiare la grandezza dell’antica Roma, testimoniando la straordinaria abilità di quegli ingegneri che, oltre duemila anni fa, seppero domare l’acqua con soluzioni tecniche all’avanguardia.
Il Cisternone Romano di Formia
Il Cisternone Romano di Formia è uno dei più grandi e meglio conservati serbatoi idrici di epoca romana in Italia. Situato nel cuore della città, proprio sotto il pittoresco quartiere di Castellone, è una testimonianza della maestria ingegneristica romana. Con una capacità di oltre 7 milioni di litri d’acqua, questa struttura sotterranea era progettata per raccogliere e distribuire l’acqua piovana e quella proveniente dalle sorgenti locali, alimentando la città e le sue fontane.
L’ambiente che si svela, una volta varcata la soglia del Cisternone Romano, è altamente suggestivo. Rimani letteralmente abbagliato dalla grande e possente sala ipogea, dove grandi pilastri in muratura si innalzano verso la volta a botte, alta fino a sei metri. L’atmosfera è surreale, silenziosa, quasi mistica, interrotta solo dal lieve gocciolio dell’acqua che ancora filtra tra le antiche pareti. Un’architettura maestosa, resa ancor più affascinante dall’eco che risuona in ogni angolo, evocando il respiro della storia.
Ammira l’opera di ingegneria idraulica straordinaria
La costruzione del Cisternone Romano di Formia risale probabilmente al I secolo a.C., in un periodo di grande espansione urbanistica e di sviluppo tecnologico dell’impero romano. L’obiettivo era chiaro, ossia fornire alla città un approvvigionamento idrico costante, indipendentemente dalle stagioni e dalle condizioni atmosferiche. Presenta forti analogie con due delle più importanti cisterne del mondo antico, quali la “Piscina Mirabilis” di Miseno e la celebre “Yerbatan Saray” di Istanbul. E’ considerato inoltre un elemento chiave nel recupero archeologico delle principali testimonianze dell’ingegneria idraulica romana.
L’opera venne scavata direttamente nel banco di calcare, con una copertura a volta sostenuta da poderosi pilastri. Il rivestimento interno era costituito da un particolare strato di cocciopesto, una miscela impermeabile di calce e frammenti di ceramica, in grado di evitare dispersioni d’acqua. Questa tecnica, sviluppata dai Romani, garantiva la perfetta tenuta idraulica della struttura.
Ma ciò che colpisce maggiormente è l’efficienza della rete idrica. Il Cisternone infatti non era un bacino isolato, bensì parte di un sistema più ampio che comprendeva acquedotti, fontane e terme pubbliche. L’acqua raccolta veniva convogliata tramite canali e tubature di piombo verso la città, dimostrando l’attenzione dei Romani per il benessere e la salute pubblica.
Il Cisternone Romano di Formia. Rivivi un passato dimenticato
Per secoli il Cisternone Romano è rimasto nascosto, avvolto nell’oblio della storia. Sopra di esso la città moderna cresceva ignara della sua esistenza. Solo nel XX secolo, grazie agli studi archeologici e alle esplorazioni condotte dagli studiosi, la struttura è stata riscoperta e progressivamente valorizzata. Oggi, grazie all’impegno di enti locali e associazioni culturali, il Cisternone è visitabile in occasioni speciali, come le Giornate di Primavera del FAI. Un’opportunità unica per scendere nelle viscere della città e camminare tra le imponenti arcate romane, rivivendo l’ingegnosità di un’epoca lontana.
Perchè visitare il Cisternone Romano di Formia
Visitare il Cisternone è un’esperienza che lascia il segno. L’aria fresca e umida, il chiaroscuro delle luci che si riflettono sull’acqua rimasta sul fondo, il silenzio interrotto solo dai passi dei visitatori creano un’atmosfera fuori dal tempo. È un luogo che parla di un passato grandioso, di uomini e donne che camminavano sulle strade di Formia senza immaginare che sotto i loro piedi giacesse un’opera così imponente. Mentre ti addentri nei suoi spazi, puoi quasi percepire la presenza degli antichi ingegneri e operai che, con calcoli precisi e una conoscenza sorprendente, hanno saputo domare la pietra e l’acqua per creare un capolavoro di utilità e bellezza. E così, passo dopo passo, diventi esploratore, scoprendo con meraviglia i dettagli di una struttura che, seppur sotterranea, ha ancora molto da raccontare.
Un patrimonio da valorizzare
Il Cisternone Romano di Formia è molto più di una testimonianza archeologica. E’ un monito sulla necessità di custodire e valorizzare il nostro patrimonio storico. Luoghi come questo ci ricordano che la storia non è solo nei libri, ma sotto i nostri piedi, nelle pietre che ancora resistono al tempo, negli ambienti che si svelano a chi sa cercarli. Le Giornate di Primavera del FAI rappresentano un’occasione preziosa per restituire a questo gioiello la visibilità che merita, offrendo ai visitatori la possibilità di riscoprire un frammento di passato che continua a pulsare nel presente. E mentre riemergi alla luce del sole, lasciandoti alle spalle l’ombra fresca del Cisternone, porti con te non solo la meraviglia di un viaggio nel tempo, ma anche la consapevolezza di quanto il nostro passato sia ancora vivo e vibrante, in attesa di essere raccontato.
Grazie agli Apprendisti Ciceroni dell’ IIS FERMI di Gaeta, dell’ IIS LICEO CICERONE – POLLIONE di Formia, del Liceo Scientifico Alberti di Minturno e del Liceo Statale Leonardo da Vinci di Terracina per aver svolto in maniera egregia il ruolo di visite guidate.
ANTONELLA
Certo che i romani in quanto a ingegneria idraulica non sono secondi a nessuno nemmeno dopo millenni! Leggendo del cisternone di Formia non ho potuto non pensare agli incredibili acquedotti che ancora sono utilizzati e alla cultura della spa – salus per aquam – che abbiamo ereditato e che fa parte del nostro concetto di benessere. Grazie al Fai, ancora una volta, per aver reso fruibile un luogo così ricco di storia e così suggestivo da visitare
Eliana
Questi cisternoni mi ricordano molto quelli di Albano Laziale: un capolavoro senza pari che purtroppo è difficile da valorizzare ed è aperto solo per volontà di un anziano custode. Non sapevo che anche a Formia ci fossero, credevo solo in Turchia e ad Albano: una bella scoperta grazie a te!
Libera
Io amo i luoghi sotterranei e poco conosciuti e devo ammettere che le giornate di apertura eccezionale ci fanno scoprire luoghi che meriterebbero davvero di essere valorizzati tutto l’anno perché sono tesori sepolti.
Paola
Dare valore a antichi posti come questo li rende davvero magici. Ho visitato le cisterne di Istanbul e non mi era balenato nella testa che potessimo averle anche noi effettivamente
Annalisa Spinosa
Ce ne sono molte in Italia, ancora più belle di quella di Istambul
Francesca
Luogo meraviglioso e suggestivo! Non ho visto quello di Formia ma mi ero ripromessa di scrivere di quello di Livorno che ho visto pochi mesi fa.
L’odore, la luce, il colore dell’acqua, l’architettura, tutto lascia affascinati. Mi ha ricordato molto la bellissima Cisterna Basilica di Istambul.
Annalisa Spinosa
Vero c’è una correlazione con la cisterna di istambul
Valentina
Dalle foto mi ricorda, oltre che la Cisterna Basilica di Istanbul (opera magnifica), anche il Palombaro lungo di Matera che abbiamo visitato da poco. E’ proprio il genere di luogo che mi affascina sempre, se passerò da Formia lo visiterò sicuramente, grazie per la drittra! E viva le giornate del FAI, sono sempre fonti di scoperte interessanti.
Annalisa Spinosa
Sono stata al palombaro lungo, hai ragione! C’è una certa somiglianza anche a quello.