Napoli è una città di mille contrasti, dove il passato e il presente convivono in un equilibrio affascinante. Ma c’è una Napoli che pochi conoscono, una città nascosta sotto i piedi dei suoi abitanti, fatta di cunicoli, cisterne, rifugi e antichi acquedotti. È la Napoli Sotterranea, un mondo parallelo che si rivela attraverso il percorso LAES (Libera Associazione Escursionisti Sottosuolo), un itinerario emozionante al di sotto dei famosi Quartieri Spagnoli che conduce i visitatori nel cuore pulsante della storia partenopea.
La Napoli Sotterranea Laes. Guida alla visita
Il sottosuolo di Napoli è stato plasmato dall’uomo e dalla natura. Il tufo giallo napoletano, una roccia vulcanica tipica della zona, è stato estratto fin dall’epoca greca per costruire templi, mura e abitazioni. Questa attività di estrazione ha lasciato dietro di sé un reticolo di cavità che, nei secoli, è stato riutilizzato per vari scopi: cisterne per la raccolta dell’acqua, rifugi durante la guerra e persino luoghi di culto.
Napoli, vista la presenza sia del mare che della montagna, è sempre stata una città in dialogo costante con la terra e l’acqua. Gli antichi acquedotti, come quello della Bolla, hanno rifornito la città per secoli, mentre le cisterne sotterranee garantivano un approvvigionamento idrico continuo. Questa rete sotterranea, scavata con maestria dai pozzari, è un capolavoro di ingegneria antica che ancora oggi affascina i visitatori.
Segui il percorso LAES: un viaggio nel tempo
Il percorso della Napoli Sotterranea offerto dal LAES è uno dei più completi e suggestivi. Si tratta di un viaggio che copre oltre 2.400 anni di storia, attraverso un itinerario che si snoda sotto le strade del centro storico. L’accesso principale si trova nei pressi di Piazza del Plebiscito, uno dei luoghi simbolo di Napoli, rendendo l’inizio della visita già di per sé iconico.
Dopo una breve introduzione sulla storia del sottosuolo napoletano, la nostra guida Giulia ci conduce ai cunicoli tramite una scala ripida e stretta. Già dai primi passi si avverte il cambio di atmosfera: la luce del sole lascia spazio a un’illuminazione tenue e l’aria diventa più fresca e umida. Le pareti in tufo, scavate a mano, raccontano la fatica e l’ingegno di generazioni di lavoratori.
Ammira le cisterne di tufo
Una delle prime tappe del percorso è la visita alle antiche cisterne e ai resti dell’acquedotto greco-romano. Qui Giulia inizia a spiegarci le tecniche ingegneristiche utilizzate per garantire la distribuzione dell’acqua in una città in continua espansione come quella di Napoli. Si tratta di un sistema complesso, fatto di condotti, filtri e camere di sedimentazione, che testimonia l’abilità degli antichi ingegneri.
Il percorso prosegue con la visita a una cava di tufo, dove si possono vedere le tecniche di estrazione utilizzate nei secoli. Questo ambiente, con le sue alte volte e le pareti scolpite, è un luogo che evoca la grandiosità e la fatica del lavoro umano.
La guida spiega come il tufo estratto venisse utilizzato per costruire palazzi, chiese e fortificazioni, sottolineando il legame indissolubile tra il sottosuolo e la città di superficie. L’acqua, elemento fondamentale per la vita, è il filo conduttore di questa parte del percorso. Giulia, a questo proposito, ci introduce nel magico e misterioso mondo dei pozzari.
Ascolta la storia dei pozzari
I pozzari erano figure fondamentali nella Napoli antica, custodi di un mestiere tanto indispensabile quanto pericoloso. Il loro compito era quello di calarsi nelle profonde cisterne sotterranee, spesso attraverso stretti pozzi, per pulire, riparare o sbloccare i complessi sistemi idrici che rifornivano la città. Armati di semplici strumenti, come corde, carrucole e lanterne, scendevano nel buio più assoluto, dove l’aria era umida e rarefatta, e dove spesso si rischiava la vita per frane, crolli o esalazioni tossiche. Il loro lavoro era un misto di abilità tecnica e coraggio, svolto in condizioni che richiedevano una resistenza fisica e psicologica fuori dal comune.
Questa figura ha finito per intrecciarsi con il folclore napoletano, alimentando la leggenda de ’o munaciello, il piccolo monaco. Si narra infatti che i pozzari, mentre si muovevano nei cunicoli sotterranei o spuntavano improvvisamente nelle case attraverso botole collegate ai pozzi, venissero scambiati per spiriti o creature misteriose. La loro figura, spesso curva sotto il peso degli strumenti e avvolta in abiti scuri, ricordava quella di un monaco minuto. Da qui l’associazione con ‘o munaciello, che nella tradizione popolare divenne una sorta di spirito capriccioso: ora benevolo, capace di lasciare monete, ora dispettoso, pronto a far sparire qualche oggetto o a creare disordine. Questo legame tra realtà e leggenda ha reso il mestiere dei pozzari una parte viva dell’immaginario collettivo napoletano, in cui il confine tra il mondo tangibile e quello invisibile è sempre stato sottilissimo.
Scopri i segreti dei rifugi della Seconda Guerra Mondiale
Uno dei momenti più toccanti della visita è, a mio avviso, l’accesso ai rifugi utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante i bombardamenti che colpirono Napoli migliaia di persone trovarono riparo in questi cunicoli. In questa parte del percorso son ben visibili sulle pareti di tufo dei magnifici graffiti, simboli tangibili del passaggio dei rigugiati. Giulia ci indica, illuminandole con la torcia, la Signorina grandi firme e la Marylin Monroe di Napoli Sotterranea, opere di artisti napoletani che hanno trovato riparo nella galleria durante il conflitto mondiale. Ovviamente Marylin è un soprannome dato al disegno durante la fase di riqualificazione delle gallerie e delle cisterne, ed è stata così soprannominata per via del profilo molto simile a quello della diva. Altrettanto degno di nota è il profilo inequivocabile di Benito Mussolini, inciso nella parete sinistra della cisterna, risalente al 1943.
Queste mura tufacee sono diventate così custodi di preghiere, imprecazioni, caricature di personaggi dell’epoca e di poesie, scritte sulle pareti con chiodi o con oggetti affilati. La guida condivide a riguardo storie emozionanti di resilienza e solidarietà, facendoci rivivere un capitolo doloroso ma fondamentale della storia napoletana, e portando alla luce anche piccole curiosità sulla vita che si svolgeva nel sottosuolo, che riusciva ad ospitare ben tredicimila persone.
Immergiti nella storia dei rifugi antiaerei
Grazie all’aiuto prezioso dell’esercito le gallerie sono state dotate, in pochi mesi, di luce e di bagni, se pur rudimentali. Fortunatamente la roccia tufacea, essendo porosa, filtrava i liquami indirizzandoli nelle cisterne sottostanti, le quali a loro volta lasciavano defluire gli scarichi fino al mare sottostante. Anche nelle piccole stanzette adibite a bagni puoi notare diversi graffiti sulle pareti e, soprattutto, l’assenza di docce o di zone in cui poter provvedere all’igiene personale quotidiana. I napoletani che trovavano riparo nel sottosuolo utilizzavano esclusivamente le fontanelle sparse nelle cisterne per potersi lavare.
Nei cunicoli il tempo sembrava non passare mai. L’assenza di luce, di acqua, spesso anche di viveri, stremava gli sfollati i quali si ingegnavano come possibile per far passare più velocemente le giornate. Ti trovi catapultato in un mondo fatto di stenti, di sofferenza, di di speranza, di rabbia e di rancore e non puoi non pensare alle lunghe giornate trascorse nei meandri della terra da una popolazione stanca e affamata. Poi però la guida ti fa scoprire con i suoi racconti un angolino nascosto del rifugio, un’alcova segreta che nasconde una storia molto particolare, che ti strappa un sorriso.
Segui le frecce per “Filumena”
E infatti Giulia ci racconta che seguendo alcune frecce incise sulla roccia, si potrebbe arrivare ad una piccola stanzetta dove, incisa sul muro, c’è tuttora una scritta davvero curiosa: “La signorina Filumena riceve anche in questo rifugio”. Probabilmente la “signorina”, quando suonava l’allarme anti aereo, spostava la sua attività di meretrice al di sotto della città, pur di non perdere clienti. All’esterno di questa piccola grotta tufacea ci sono messaggi, poesie e parole d’amore rivolte alla gentile signorina che intratteneva gli uomini del sottosuolo. Sono stati ritrovati inoltre alcuni resti di un letto, ormai marci, e una vera e propria sala d’aspetto con sedili scavati nella roccia. L’accesso a questa curiosa zona al momento non è consentito, ma pare si stia lavorando per renderlo visitabile.
La Napoli Sotterranea Laes. Da rifugio antiaereo a discarica
Durante la Seconda Guerra Mondiale Napoli è stata la città più bombardata d’Italia. Circa il 50% della sua superficie è stata rasa al suolo, privando la popolazione delle proprie abitazioni. Una volta tornati in superficie quindi i napoletani si sono dovuti dar da fare, prima per smaltire tutti i detriti dei bombardamenti, poi per rimettere in piedi abitazioni e attività commerciali. Dove accatastare però tutte le macerie in modo pratico e veloce? Ovviamente nel sottosuolo. Le cisterne son diventate così grandi raccoglitori di immondizia e fino alla fine degli anni ’60 le gallerie sotterranee sono finite nell’oblio, sommerse da tonnellate di rifiuti.
Ammira il lavoro dei volontari
E’ stato solo grazie all’impegno e alla passione di un forbito numero di volontari del LAES, la Libera Associazione Escursionisti Sottosuolo, che il tesoro nascosto di Napoli Sotterranea è tornato a splendere, portando alla luce una pagina inedita della storia della città. Questa associazione ha come fine la valorizzazione e la divulgazione della storia del sottosuolo napoletano che rappresenta, allo stesso modo della città sulla superficie, un prezioso patrimonio storico e culturale della regione Campania. Grazie ai tour guidati nel sottosuolo guidati dalla LAES è possibile percorrere in sicurezza le gallerie, i cunicoli e le cisterne sotterranee appartenenti all’antico acquedotto napoletano, poi adibite a rifugi antiaerei durante la Seconda Guerra Mondiale. Molti sono inoltre i percorsi che ancora sono in fase di riqualificazione e di messa in sicurezza, che andranno a confluire con la fitta rete di cunicoli già visitabili.
Informazioni utili alla visita
Visitare la Napoli Sotterranea con il percorso LAES è un’esperienza che richiede una preparazione adeguata. Ecco alcuni consigli utili per godere appieno di questa avventura:
Prenotazione obbligatoria: A causa dell’alta richiesta è consigliabile prenotare con largo anticipo. Puoi farlo direttamente sul sito ufficiale del LAES o sulle piattaforme di prenotazione on line. Se non trovi disponibilità per la data da te selezionata non demordere. Prova a chiamare, come ho fatto io, il numero 081 400256. Una gentile addetta mi ha inserito lo stesso nel gruppo di visita, per il giorno e l’orario da me richiesto. A Napoli si fanno miracoli!
Abbigliamento comodo: Indossa scarpe comode e abiti adatti ad un ambiente fresco e umido. La temperatura nel sottosuolo è costante durante tutto l’anno, intorno ai 16-18 gradi. Il percorso prevede numerosi scalini, circa 180 per scendere e un centinaio per ritornare alla luce del sole, pertanto il percorso non è adatto a persone con ridotta attività motoria, ne a passeggini o sedie a rotelle.
Durata della visita: Il tour dura circa 1 ora e mezza. Assicurati di avere abbastanza tempo a disposizione per goderti la Napoli Sotterranea senza fretta.
Connessione: Una volta imboccate le scale per Napoli Sotterranea il telefono smette di avere campo.
Guide: Le guide di Napoli Sotterranea sono molto preparate, e soprattutto socievoli. Se hai domande da fare non esitare. Sono sempre pronte a sciogliere dubbi, a rispondere a domande inerenti al percorso di visita e a condividere curiosità sui sotterranei.
La Napoli Sotterranea LAES. Come arrivare
L’accesso al percorso LAES si trova in Vico S. Anna di Palazzo, al numero 52, nei pressi di Piazza del Plebiscito. Ecco come puoi raggiungerlo:
In metropolitana: La fermata della metro più vicina è “Toledo” (Linea 1). Da qui, una breve passeggiata ti condurrà all’ingresso
In autobus: Numerose linee fermano nei pressi di Piazza Trieste e Trento, da cui è facile raggiungere il punto di partenza.
A piedi: Se ti trovi già nel centro storico, il percorso è facilmente raggiungibile a piedi.
Perchè visitare la Napoli Sotterranea LAES
La Napoli Sotterranea LAES non è solo un itinerario turistico fine a se stesso, ma un viaggio emozionale e culturale che lascia un segno profondo nel cuore dei visitatori. Ogni angolo, ogni racconto e ogni dettaglio del percorso invita alla riflessione sulla storia, sull’ingegno umano e sulla resilienza di una città che ha saputo trasformare il suo sottosuolo in una risorsa unica al mondo.
Emergere alla luce del sole, dopo aver esplorato le viscere di Napoli, è come tornare da un altro mondo. Un mondo fatto di fatica, di speranza e di un legame indissolubile tra passato e presente. Napoli è questo: una città che vive su più livelli, e il suo sottosuolo ne è l’anima più segreta e affascinante. Se sei pronto a scoprire un lato inedito della città, il percorso LAES ti aspetta per regalarti un’esperienza indimenticabile.
Paola
È affascinante come il tufo napoletano, i cunicoli e le cisterne non siano solo testimonianze storiche, ma veri e propri custodi di racconti, ingegno e resilienza. L’intreccio tra ingegneria, folklore e memoria storica, come le storie dei pozzari o dei rifugi della Seconda Guerra Mondiale, dona a questo mondo nascosto un’umanità vibrante. Complimenti per aver catturato l’anima di un luogo unico e per aver trasmesso così bene l’emozione di visitarlo!
Annalisa Spinosa
Ti ringrazio, ma il merito è delle guide, preziose e coinvolgenti, che ti fanno amare questo luogo simbolo di resilienza dei napoletani.
Claudia
Sono stata a Napoli solo una volta anni fa e adesso è ora di ritornarci, prenderò spunto dal tuo articolo per il tour di Napoli sotterranea, grazie!
Annalisa Spinosa
Spero tu riesca a fare il tour, lascia davvero senza fiato per la sua maestosa bellezza.
Alessandra
Sono stata a Napoli un paio di volte perché mia sorella ha abitato lì x cinque anni. Purtroppo non ho avuto modo di visitare i sotterranei… dev’essere un luogo molto suggestivo… avevo visto un documentario di Alberto Angela sulla Rai che li descriveva.
Annalisa Spinosa
Napoli è ricca di sotterranei stupendi, e io non vedo l’ora di visitarne altri.
Sara Slovely.eu
Grazie per quest’articolo che mi sarà molto utile alla mia prossima visita a Napoli (spero questa primavera). Quando ci sono stata l’ultima volta non sapevo quale tour di Napoli sotterranea scegliere e alla fine… non ne ho scelto nessuno! Pur essendo stata lì in compagnia di un napoletano, non siamo stati in grado di valutare quale tour meritasse davvero. Questo del LAES mi sembra perfetto!
Eliana
Sto facendo davvero incetta dei tuoi articoli su Napoli perché, come sai, a Pasqua verrò proprio qui per un viaggio breve ma intenso. Ho dovuto ridurre i miei giorni di permanenza ma proprio ieri ho acquistato i biglietti del treno quindi direi che sono pronta! La Napoli sotterranea mi affascina davvero molto e vorrei inserirla nel mio itinerario.
La Deb!
No va be io ci divento matta con tutto questo, il giorno in cui riuscirò a visitare Napoli ci devo stare un mese!!
Spero di riuscire presto a colmare questa lacuna perché è una città davvero affascinante.
Mi hai fatto sorridere con la Signorina Filumena con un briciolo di compassione…