Si può fare fare trekking con la coxoartrosi bilaterale?
La coxoartrosi bilaterale, l’artrosi che colpisce entrambe le anche, è una condizione che può spezzare molte abitudini, desideri e passioni. Quando i movimenti più semplici diventano fonte di dolore, è naturale pensare che attività come il trekking, con i suoi dislivelli e la sua intensità, debbano essere archiviate nei ricordi. Eppure ogni sentiero interrotto può trasformarsi in un nuovo inizio. Camminare si può ancora, anche con la coxoartrosi. Serve consapevolezza, adattamento e una buona dose di amore per se stessi. Questo articolo vuole essere una guida e un incoraggiamento per chi convive con questa patologia, offrendo informazioni mediche di base, consigli pratici e soprattutto una visione emotiva positiva. Questo perché il trekking, anche con delle limitazioni, può restare una meravigliosa fonte di benessere fisico e spirituale.
Si può fare fare trekking con la coxoartrosi bilaterale?
La coxoartrosi è una forma di artrosi che colpisce l’articolazione dell’anca, in cui la cartilagine si consuma progressivamente, causando attrito tra le ossa, dolore, rigidità e riduzione della mobilità. Quando interessa entrambe le anche, parliamo di coxoartrosi bilaterale.
Tra i sintomi più comuni ci sono dolore all’inguine, alla coscia, ai glutei, difficoltà nei movimenti di flessione, estensione e rotazione dell’anca, rigidità al risveglio o dopo lunghi periodi seduti e, a volte, anche claudicazione (zoppia).
È una condizione progressiva, ma non necessariamente invalidante a priori. Oggi esistono moltissimi strumenti e strategie per migliorare la qualità di vita e tornare a svolgere attività piacevoli, come il trekking, con le dovute attenzioni.
Pensa al trekking come un alleato, e non come un nemico
Sembra un controsenso e invece il trekking, se ben dosato, può essere parte integrante di un approccio terapeutico. Camminare infatti mantiene la muscolatura attiva, in particolare i muscoli glutei e quelli del core, fondamentali per stabilizzare l’anca, e aiuta a mantenere il peso corporeo sotto controllo, riducendo il carico articolare. Fare trekking inoltre migliora la circolazione e la lubrificazione articolare favorendo il benessere mentale, riducendo lo stress, la depressione e l’ansia.
Il segreto sta nell’ascoltare il proprio corpo, scegliere percorsi adatti e non avere fretta. Non è una corsa. È un dialogo con la natura, e con se stessi.
Come prepararsi al trekking con la coxoartrosi
Consulta il medico, l’ortopedico e il fisioterapista
Prima di intraprendere qualsiasi attività fisica, è fondamentale verificare lo stato attuale dell’artrosi con esami clinici (radiografie, risonanze) e avere, in base agli esami svolti, il parere di un ortopedico specializzato. E’ essenziale inoltre farsi seguire da un fisioterapista o chinesiologo, per un programma di esercizi personalizzati. Un professionista infatti potrà aiutarti a capire quali movimenti sono sicuri, quali andrebbero evitati, e come allenarti per migliorare la forza e la mobilità.
Allenati a casa prima di uscire
Camminare in montagna richiede molto fiato, assieme a equilibrio, stabilità, forza e resistenza muscolare. Ecco alcuni esercizi utili:
-Squat assistiti (con sedia o muro)
-Sollevamento del tallone per rinforzare polpacci e stabilizzatori
-Ponti glutei per rafforzare il bacino
-Stretching degli ileo-psoas e quadricipiti per ridurre le tensioni
Fare esercizi 3-4 volte a settimana migliora notevolmente la funzionalità dell’anca e previene peggioramenti.
Si può fare fare trekking con la coxoartrosi bilaterale? Scegli l’attrezzatura giusta
Con la coxoartrosi ogni dettaglio conta e la giusta attrezzatura può fare la differenza tra dolore e piacere. Scegli innanzitutto delle scarpe da trekking con ottimo ammortizzamento e supporto plantare. Opta poi per dei bastoncini da trekking, fondamentali per scaricare il peso dalle anche durante la camminata in salita e discesa. Porta con te uno zaino leggero e ben bilanciato, non deve pesare più del 10-15% del tuo peso corporeo. Anche l’abbigliamento deve essere traspirante e confortevole, per evitare irritazioni e movimenti bruschi.
Scegli percorsi adatti
Il trekking non è solo salite e discese ripide. Esistono itinerari dolci, panoramici e stimolanti, perfetti anche per chi ha la coxoartrosi. Puoi infatti trovare sentieri in piano o con dislivelli minimi (100-200 m), con fondo regolare e compatto ( meglio se sterrato e non sassoso, più scivoloso!), e puoi concederti soste frequenti approfittando di panchine, rifugi e aree di sosta.
Un’app molto utile a riguardo è Komoot, che permette di filtrare i percorsi per dislivello, lunghezza e fondo.
Cosa fare durante il trekking
Ascolta il tuo corpo
Il trekking, per chi convive con l’artrosi, deve essere una danza lenta e attenta, non un’impresa sportiva. Ci sono alcuni segnali da tenere d’occhio come ad esempio il dolore acuto o crescente. Se cominci ad avvertire fastidio, fermati e valuta le tue condizioni. Nessuno ti costringe a continuare. Non arrivare ad affaticarti eccessivamente. Riposati spesso, respira, idratati.
Ricorda sempre che non è la distanza che conta, ma la qualità del cammino.
Adotta alcune strategie pratiche
-Inizia con passi piccoli e ritmici, senza caricare troppo sulle anche
-Usa i bastoncini per alleviare la pressione in salita/discesa
-Fai pause ogni 20-30 minuti
-Stira dolcemente le gambe alla prima sosta
E se senti dolore? Non forzare. A volte è meglio fare mezz’ora in serenità che tre ore tra le fitte.
Si può fare fare trekking con la coxoartrosi bilaterale?
Cosa fare dopo la camminata
Recupera attivamente
Al ritorno, dedica 10-15 minuti a fare stretching degli arti inferiori. Dedica qualche minuto a dei massaggi leggeri, fatti con oli o creme lenitive, tipo l’arnica. Se senti che è aumentata l’infiammazione fai invece degli impacchi freddi. Per rilassare i muscoli invece può essere utile un bagno caldo con sali di Epsom.
Tieni un diario del cammino
Tieni un piccolo diario post-trekking, dove annotare la durata e il tipo di percorso fatto, con le sensazioni corporee provate e eventuali dolori venuti a galla. Metti su carta quello ce ha funzionato e quello che invece ti ha fatto penare. I pro e i contro descritti ti faranno valutare al meglio la scelta del prossimo percorso.
Lascia uscire la parte emozionale
La coxoartrosi può ferire non solo il corpo, ma anche l’anima. Ci si sente “diversi”, “limitati”, a volte inutili. Ma il trekking, anche ridotto e modificato, può restituire dignità, senso, bellezza. In montagna il dolore non è giudicato. Il bosco accoglie. Il sentiero non chiede prestazioni, solo presenza. Camminare nel verde, anche per pochi chilometri, può essere una meditazione in movimento, un modo per riconciliarsi con il proprio corpo. Ogni volta che arrivi alla fine di un sentiero, che senti il cuore battere forte non per lo sforzo ma per la bellezza, hai vinto. Non importa quanto hai camminato. Hai scelto di non arrenderti.
Si può fare fare trekking con la coxoartrosi bilaterale
Camminare è ancora un diritto
La coxoartrosi bilaterale non deve segnare la fine delle tue avventure nella natura. Certo, bisogna sicuramente accettare alcuni limiti, ma è anche un’occasione per scoprire nuovi modi di vivere il movimento. Il trekking non è solo prestazione. È presenza. È meraviglia. È resilienza. Anche con due anche che fanno i capricci, puoi ancora scegliere di camminare. Un passo alla volta. Con rispetto. Con amore. Con coraggio.
Annalisa Spinosa
Ciao! Io sono Lisa, mamma on the road. Viaggiare per me è scoprire posti nuovi, girando e assaporando i profumi e le prelibatezze dei luoghi che visito. Che sia per un mese o per un week end le nostre tre valigie sono sempre pronte!
Annalisa@trevaligie.com
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Eliana
Ti capisco perché anche io soffro di un problema alle anche, ovvero la coxa saltans (anca a scatto) bilaterale. Questo mi limita molto nel fare attività fisica, ad esempio il pilates e nei trekking in salita: scale e dislivelli sono per me fonte di vere problematiche. Questo mi impedisce di fare percorsi troppo impegnativi e mi dispiace molto: però mi consolo perché in piano non mi ferma nessuno e potrei camminare per chilometri senza mai stancarmi.
Annalisa Spinosa
Davvero Eliana? Non sapevo… Purtoppo le anche portano diverse problematiche che, fincè non diventano invalidanti, possono essere gestite soprattutto con l’ottimismo.
Paola
Che bel articolo incoraggiante: la conoscere è sempre alla base di tutto. E adesso via, verso il prossimo trekking con bastoncini e scarpe giuste e poi una buona dose di coccole per prendersi cura di sé
Annalisa Spinosa
Esatto, non mi fermerà certo qualche dolorino